Nel 2006 L’Italiana Aromi sceglie di limitare l’impatto che il processo di produzione ha sull’ambiente con un sistema organico e funzionale di risparmio energetico.
Ma non solo, l’anima verde de L’Italiana Aromi è molto più che una strategia di marketing e lo confermano gli ultimi 10 anni di attività dell’azienda lombarda.
È green la scelta di acquisire un vecchio stabilimento senza raderlo al suolo per ricostruirlo, recuperandolo in primis attraverso un’indispensabile bonifica dall’amianto. È green la scelta di valorizzare l’archeologia industriale del territorio e rendere quello stesso stabilimento il cuore energetico de L’Italiana Aromi installando pannelli fotovoltaici sul tetto e impianti di cogenerazione e geotermia al suo interno. È green la decisione di mantenere a verde le aree attorno agli stabilimenti piantando nuovi alberi. È green la convinzione che adeguarsi agli standard europei in materia di politiche ambientali sia importante e necessario per un’azienda di grande esperienza che grazie alle sue potenzialità ambisce a diventare sempre più internazionale.
Per far fronte alla notevole richiesta energetica del proprio sito produttivo e, al tempo stesso, imprimere un cambiamento concreto, a partire dal 2006, l’azienda lombarda decide di intraprendere un importante percorso di riconversione verso un futuro ecosostenibile. Con quasi sei anni di lavoro e un investimento di diversi milioni di euro viene realizzato un sistema organico e funzionale, in grado di adeguare l’azienda agli standard europei per il risparmio energetico e lo sviluppo sostenibile. Si tratta di un radicale ripensamento del modello di sviluppo in direzione di una maggiore sostenibilità ambientale e di una crescente innovazione, che catapulta L’Italiana Aromi tra le aziende, non solo italiane, ma anche internazionali, più responsabili e attente all’ambiente. E il percorso intrapreso dall’azienda, a dimostrazione della sua prospettiva europea ed internazionale, rappresenta il futuro di tutto il settore industriale: come conferma lo studio GreenItaly di Unioncamere, secondo il quale il 37,4% delle imprese green vanta presenze importanti sui mercati esteri, contro il 22,2% delle imprese che non investono nell’ambiente.